Concílio lateranense v

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Introduzione

Per capire meglio la direzione che ha preso il Concilio Lateranense V è necessario ritornare ai primi anni del Cinquecento fino a raggiungere la figura emblematica del cardinale Giuliano della Rovere, che seppe magistralmente neutralizzare suoi principali concorrenti dopo la morte di Pio III al punto che il 1° novembre 1503 vene eletto dal Sacro Collegio dei Cardinali, come il nuovo Papa della chiesa: Giulio II. Il nuovo papa nacque nella regione di Savoia e nella sua infanzia studiò a Perugia. Fu eletto papa, all’età di sessant'anni. Era un uomo forte e si era dimostrato un ottimo amministratore. La sua elezione avvene in un momento in cui la Chiesa aveva bisogno di una riforma, in particolare, nella propria struttura, che fosse iniziata nella curia romana, poi nei conventi, monasteri e che avrebbe potuto raggiungere i confini dell'impero. La situazione politica della chiesa e dello stato presentava gravi problemi che dovevano essere affrontati. L’avanzata delle truppe di Luigi XII nel nord Italia, la questione di Venezia e l'imperatore Massimiliano, e tutte le questioni che riguardavano lo Stato Pontificio. Il restauro dell’autorità pontificia nella chiesa fu una delle vittorie più importante per il coraggioso e determinato Giulio II. La prova della sua determinazione è stata la riconquista di Forlì e Cesena, con risorse minime di guerra. In realtà si potrebbe immaginare con una certa preoccupazione che cosa il Papa avrebbe fatto se avesse avuto una struttura più efficiente. Poco dopo, lo stesso Giulio II organizza una doppia spedizione contro Perugia e Bologna, senza temere un possibile incontro con Luigi XII o con l'imperatore Massimiliano. Alla fine, il papa era riuscito a reintegrare queste due regioni dello Stato Pontificio e per mantenerle non ebbe paura di stringere alleanze politiche con gli inglesi, spagnoli, svizzeri e poi anche con l 'imperatore. Certo, queste alleanze avranno un flusso di crediti futuri. Oltre ai problemi

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